Prendo ciò che mi appartiene.

Sei venuto da me con il tuo stipendio di un mese in tasca. Ti sei prostrato ai miei piedi e hai piantato i tuoi occhi imploranti nei miei.

Ho allungato la mano. Non sapevi quando mi sarei fermata.

Sei riuscito a contare mentre prendevo? O eri talmente devastato da perdere i conti? Hai visto il mucchietto in mano mia aumentare mentre quello tra le tue si alleggeriva.

Tremavi. Supplicavi. Imploravi.

Hai continuato a mettere nelle mie mani ore del tuo sudore che a me dureranno minuti.

Alzare la testa per guardarmi era sempre più scomodo e più difficile, ma dentro di te hai pregato di non doverti rialzare mai più. Perché solo lì, in quella posizione e in quel momento eri veramente te stesso.

 

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